di Lelio La Porta da "il manifesto" del 3 gennaio 2020 La parola contaminazione suscita, già al solo pronunciarla, sudori freddi che scorrono lungo il corpo di chi ascolta in quanto evoca epidemie, catastrofi e cataclismi. Ci sono casi in cui, al di fuori della terminologia medica, però, la contaminazione riesce a rendere perfettamente il senso di una dialettica profonda che consente a un pensiero in embrione di svilupparsi e di prendere consapevolezza di sé e delle sue potenzialità fino alla definitiva maturazione. È il caso di Antonio Gramsci in rapporto alla tematica della formazione così come viene affrontata nel libro di Chiara Meta, Il soggetto e l’educazione in Gramsci. Formazione dell’uomo e teoria della personalità (Bordeaux, pp. 185, euro 14). NEI PRIMI DUE CAPITOLI del suo lavoro Meta mette in evidenza le contaminazioni che Gramsci «subì con le avanguardie culturali di inizio Novecento», ossia la cultura delle riviste in Italia, che gli consentì di uscire...