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Visualizzazione dei post da dicembre, 2019

Cerca una maglia rotta nella rete

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Godi se il vento ch'entra nel pomario vi rimena l'ondata della vita: qui dove affonda un morto viluppo di memorie, orto non era, ma reliquiario. Così scriveva Eugenio Montale all'inizio dell’altro secolo; in quest’ultimo scorcio dell’anno abbiamo verificato l’attualità delle sue parole. Nel pomario della politica, laddove oramai sopravviveva solo un “morto viluppo di memorie”, un’aria fresca è entrata e ha scompaginato tutto. Quel vento oggi è smosso da un movimento che si è definito “sardine”. Molti provano a richiudere le maglie rotte che già esistevano, che non vedevamo e che una folata ci ha indicato con forza; l’unico modo che trovano è quello di sfidare “le sardine” ad indicare un’alternativa. Ma il vento non può e non deve indicare nulla: Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo

Per Nilde Iotti. Perché è una questione politica.

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In questi anni passati, con i miei amici – soprattutto amiche – attraversati, come me, dal femminismo degli anni ’70, mi sono spesso trovata a discutere sugli esiti di quella stupefacente stagione. Spesso, in solitudine mi ritrovavo a dire la mia amarezza per non riuscire a vedere cambiamenti in termini di felicità (ovviamente quella legata alla propria condizione di genere) nella vita delle donne e spesso concordavo con le mie amiche sul fatto che “le figlie” non volevano saperne di conflitti di genere e di femminismo. “Le figlie” si sentivano “uguali”. Pensavo, e penso tuttora,   che i tempi storici delle grandi rivoluzioni siano lunghi: ma che ormai c’erano i libri e i saperi delle donne e che non erano piu’cancellabili. Pensavo anche, e lo penso tuttora, che uno dei motivi che aveva portato il movimento delle donne ad interrarsi (nei gender studies, nella mistica, nei meandri di carriere accademiche o politiche marginali, ma pur sempre prestigiose, o nei “voglio tornare

Dalla fine della Storia alla fine della democrazia?

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articolo di Francesco Bellusci per doppiozero.com Tra i tanti segni inequivocabili dell’incertezza e imprevedibilità dei nostri tempi, basterebbe registrare la singolare circostanza per la quale, a distanza di meno di un trentennio, dopo l’enfatico annuncio sull’insuperabilità della democrazia liberale, come esito finale e irreversibile del processo storico-evolutivo dell’intera umanità, fatta dal politologo americano Francis Fukuyama in  La fine della storia e l’ultimo uomo , all’indomani della caduta del Muro di Berlino, esce oggi il libro del politologo inglese David Runciman, docente a Cambridge, intitolato  How Democracy Ends  (appena edito in Italia:  Così finisce la democrazia.   per continuare la lettura vai su doppiozero.com

POPULISTI E POPOLARI un cortocircuito tra banca e famiglia

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Articolo di Roberta Carlini per il n. 1 ROCCA 1 gennaio 2020 Un presidente di una banca rimasto in carica per 41 anni (quarantuno, l’arco di tempo nel quale uno cresce, esce di casa, trova lavoro e famiglia), con i suoi due figli agli alti comandi vicino a lui. Un vicepresidente di un’altra banca che è anche il papà di una ministra il cui governo si deve occupare di salvare o non salvare la banca stessa. Un rappresentante dei consumatori e di un partito politico che si candida a presiedere l’indagine parlamentare sulle banche, e ha un figlio che lavora nell’ultima che è saltata. La famiglia è un tratto comune delle vicende bancarie italiane, che periodicamente si riaffacciano togliendo il sonno ai risparmiatori e inguaiando governo e autorità di vigilanza. Mentre per i casi più grandi, quelli che si sono affacciati all’inizio della crisi finanziaria dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna all’Europa, si è usata l’espressione «too big to fail», troppo grandi per fallire, i casi ch

Sardine, piccola cronaca

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Sono le tre in punto quando entro in piazza San Giovanni. Sono insieme a un centinaio di persone scese dalla metro c. La piazza è già piena, la prima cosa che non vedo sono le bandiere e il palco, solo dopo scoprirò che c’è un camioncino con una piccola amplificazione, purtroppo non sufficiente, ma non fa niente. Vedo invece tante sardine di carta, cartone, plastica, legno. Non trovo gli amici con cui ci eravamo dati appuntamento, c’è però Marta che porta in spalla un branco di pesciolini ritagliati, la saluto ma vedo che anche lei è in cerca delle amiche del suo gruppo. Finalmente le trova e così i pesciolini iniziano ad a muoversi per la piazza. Si muovono oscillando, una bella coreografia. Incontro Maurizio e Graziella che però sono subito attratti da un altro branco, sono quelli del vecchio PCI dell’Esquilino, in gruppo ma in perenne movimento proprio come le sardine, svetta il cappello di Carmelo che per l’occasione non veste da avvocato. Sono tutti intorno a Fabio che con la

Pesci giusti nel mare sbagliato

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di Giovanni Moro – sociologo In questi giorni imperversano sui giornali e nei media le discussioni su cosa sono e su cosa dovrebbero fare i ragazzi-sardina e i molti che, un po’ ovunque in Italia, hanno raccolto il loro appello. Giornalisti più o meno acculturati, scienziati sociali sempre sul pezzo, politologi improvvisati, vecchie glorie del ’68 che non mancano mai, padri di fallimentari esperienze del passato, ex oracoli fuori moda, leader di micropartiti alla ricerca di un nuovo popolo, sono tutti lì a proporci una massiccia dose di parole in libertà. Le voci serie, che pure ci sono, rappresentano una quota decisamente minoritaria in questo coro. Io non entro nel merito di questa discussione non solo perché la trovo stucchevole, ma soprattutto perché non ne so abbastanza e perché chi porta in piazza le persone – specialmente le persone normali – merita sempre rispetto e attenzione e mai presupponenza o paternalismo. Voglio solo annotare la riduzione, che domina il dibatti

14 dicembre 2019 - Sardine a Roma

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A proposito delle sardine e del pesce Guizzino

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Spesso le idee non vengono per caso. Ad esempio chissà se Mattia Santori nell’inventare le “6000 Sardine” si è ricordato della storia del pesce Guizzino che sicuramente le maestre della scuola primaria gli hanno raccontato? Me la rammentava qualche giorno fa a cena mia moglie che in oltre 40 anni d’insegnamento l’ha usata chissà quante volte per introdurre gli alunni alla riflessione e alla scoperta che insieme è bello e che l'unione fa la forza... GUIZZINO Guizzino è l’unico pesciolino nero in mezzo a un grosso branco di pesci rossi. Un giorno un grosso pesce affamato divora l’intero branco, solo Guizzino riesce a scappare. Comincia così a vagare solo per il mare scoprendo la bellezza dei fondali e dei suoi abitanti. Un giorno s’imbatte in un altro branco di pesci rossi, che vive nascosto tra gli scogli per paura dei grossi pesci. Guizzino allora, con un geniale stratagemma, ricompatta il gruppo e trova il modo di sfidare, tutti insieme, i grandi pesci prepotenti ri

A San Giovanni il 14 dicembre ore 15:00

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evento promosso dalla pagina Facebook 6000 Sardine L'ondata di civiltà, pacifismo e umanità che sta attraversando tutta Italia non poteva che arrivare a Roma. Una città basata sulla cultura, l'arte, la solidarietà e il senso di comunità. Tutto questo è messo in pericolo da chi vuole descriverci come un popolo impaurito, da chi costruisce il consenso sfruttando una retorica aggressiva e provocatoria, da chi pensa che la politica sia una sceneggiata, da chi è convinto che tutto sia strumentalizzabile per qualche voto in più. La buona notizia è che esiste un'alternativa. Ma dobbiamo attivarci, riprenderci le piazze e ribadire che nessun confronto politico sarà possibile se alcune condizioni democratiche non verranno assicurate. Le modalità sono semplici ma potenti. Crea una sardina, portala in piazza, lancia un messaggio senza bisogno di bandiere o simboli. Riscopriti parte di una comunità colorata, non violenta ma agguerrita. Dimostriamo che ci sono 100.000 sard

L’eguaglianza non è un’opzione

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di Ritanna Armeni fonte Rocca Mai l’eguaglianza è stata tanto bistrattata in nome del «merito» o addirittura dell’«eccellenza», come negli anni della globalizzazione dei mercati. Mai la diseguaglianza è stata tanto perseguita, praticata e raggiunta come nei recenti decenni del neoliberismo. Oggi si cambia. O, almeno, si cambia nel dibattito culturale e politico. In molti, e non solo a sinistra, si sono accorti che le diseguaglianze sono diventate eccessive e dannose allo sviluppo complessivo della società; che il «merito» tanto osannato e contrapposto a esse – come la virtù al vizio – non produce, come si era incessantemente predicato, progresso sociale, distribuzione della ricchezza e del benessere. Esattamente il contrario: si è rivelato uno dei tanti falsi miti del liberismo. Un esempio viene proprio dalle università americane, quelle più importanti e prestigiose accolgono studenti ricchi e di buona famiglia. I figli dell’un per cento più ricco costituiscono l’assoluta maggio

Barca: “Basta con la sinistra moderata, serve radicalità per battere Salvini”

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intervista a Fabrizio Barca di Giacomo Russo Spena “Non è il tempo di essere moderati: bisogna affermare una radicalità positiva in contrapposizione alla radicalità della peggior destra. E per radicale non intendo la redistribuzione dei fondi ma di poteri, qui è la sfida”. Fabrizio Barca, da mesi, sta lavorando con il suo Forum disuguaglianze e diversità per strutturarsi sui territori e costruire ponti tra culture differenti che si ritrovano nell'articolo 3 della Costituzione: “Dietro il nostro progetto c'è una certa trasversalità dell'agire politico, siamo mettendo insieme le conoscenze dei mondi della ricerca e della cittadinanza attiva”. Da ActionAid alla Caritas, da Legambiente a varie fondazioni passando per l'associazionismo diffuso, si stanno sviluppando campagne per contrastare le enormi diseguaglianze presenti nel Paese. Un grande lavoro di accumulazione sociale che stride con la crisi, a sinistra, della rappresentanza. Su questo Barca non ha dubbi: “Chi no

Un’Italia giusta e solidale. Perché la storia va in una direzione opposta. E come invertire le cose.*

La relazione introduttiva di Fabrizio Barca (Forum Disuguaglianze Diversità) a “Tutta un’altra storia. Gli anni 20 del 2000”, tre giorni di riflessione del Partito Democratico A Bologna, 15-17 novembre 2019. L'articolo è tratto dal sito "Forum Disuguaglianza Diversità". Per visitare la pagina clicca qui Siamo qui, provenienti da storie e luoghi diversi, perché questa volta ci ha convinto il vostro metodo. Ricercare un ponte con competenze ed esperienze che in questi anni hanno continuato a pensare che esista un’alternativa, un’altra storia. Vi siete posti in ascolto – come lo siamo noi, gli uni con gli altri – perché avvertite la contraddizione fra un potenziale di idee e pratiche che potrebbero dare vita all’alternativa e l’assoluta incapacità di tradurre queste idee e pratiche in un cambiamento di sistema. Col risultato che la storia sta scappando via, verso un dirupo. Se questo è il senso dell’invito, il mio compito è chiaro: condividere con assoluta franchezza l