La domanda giusta

Riflessioni politiche sul dopo voto e dintorni
di Antonietta Moretti



2019-12-05 La Domanda Giusta
Premesse
1 - Questa riflessione l’abbiamo intitolata "La domanda giusta" perché è un domanda che ne emerge. Le risposte spettano ai partiti e agli intellettuali di sinistra in primo luogo (loro ne hanno gli strumenti). Ma anche a tutti noi che formuliamo la domanda (e questa sicuramente spetta a noi) e che siamo appassionati del bene comune.
2 – Non siamo laudator temporis acti cioè nostalgici di tempi passati, ma pensiamo che la storia sia maestra. Dobbiamo imparare dalla storia. Analizzare il presente e decidere del nostro futuro.


Il sistema è crollato e la sinistra non se n'è accorta
Per sistema non intendo solo quello geo-politico, cioè il sistema bipolare ad egemonia russo americana, che con il crollo dell’unione sovietica si è evidenziato alla fine degli anni ’90, ma un sistema economico e valoriale che a quelle due potenze faceva riferimento o, come dicevano quelli della trimestrale: una concordia discors o discordia concors (Orazio) che ha garantito al mondo,dobbiamo pur dirlo, sotto l’ombrello atomico, mezzo secolo di pace.
Mezzo secolo di PACE in cui in Europa c’è stata, con l’avanzata della classe operaia, una cospicua affermazione, pur con tutti i suoi limiti, del welfare; una ventata libertaria che portò al nuovo diritto di famiglia, alla legge sul divorzio, alla 194, alla legge Basaglia, etc. e una cospicua redistribuzione dei profitti realizzati da un gagliardo sistema industriale, almeno a partire dalla spallata operaia della fine degli anni’60. Anche il ’68 nasce in quel contesto.
Anche il femminismo è nato in quegli anni in cui si confrontavano i valori di libertà e uguaglianza (rappresentati plasticamente dalle due super potenze) e ha aperto la strada a quel pensiero della differenza che trovo sia alla base delle riflessioni di Stefano Sacconi su Fraternitè. Oggi purtroppo, a mio avviso, nella condizione femminile, ci sono pesanti segnali di regressione.
Anche in quello che chiamavamo Terzo Mondo c’è stata la poderosa avanzata di Movimenti di Liberazione dal colonialismo (spesso di ispirazione socialista) e dai suoi epigoni neo coloniali. Oggi tanta parte dell’Africa è in mano ai signori della guerra o a governi corrotti e incapaci.
Ovviamente il sistema di per sé può non essere positivo, anzi addirittura può essere foriero di grandi iniquità. Il sistema bipolare, in cui un polo era costituito dal primo Stato proletario della storia (anch’esso ricco di limiti e di contraddizioni, tanto da crollare miseramente senza colpo ferire) ha consentito a vaste aree del mondo uno sviluppo progressivo…. Vedi l’Europa, etc…
In questo anno di ”Ricerca” (così Marcello ha chiamato il nostro gruppettino di lavoro) abbiamo trovato molte assonanze col nostro discorso (Prodi, La grande regressione, Pandora, Rocca, Limes, Cacciari, Ciotti, Monti, Marco Damilano e l’Espresso, il Papa sul piano etico e di qualche supplenza politica, e qualche politico qua e là che non ne ha tratto le conseguenze ……). Poche assonanze sul piano politico partitico, anche se soprattutto dopo l’ultima sconfitta in Umbria, molti lamentano la mancanza di una “visione” cioè di una prospettiva di sistema.
Il Sistema bipolare ha retto, anche se attraverso i momenti drammatici della guerra fredda, ma ha retto. Ora non esiste più e ….. come diceva Vania Chiurlotto, grande direttrice di noi donne: non possiamo continuare a fare le staffette partigiane, se la guerra è finita.
E non basta dire che la realtà è complessa per coprire la mancanza di prospettive e la sostanziale acquiescenza allo stato di fatto, per coprire le insufficienze della sinistra.
Se la realtà è complessa bisogna comunque trovare delle risposte. Non si può più far finta che non sia successo niente e credere che sia possibile gestire l’esistente, in assenza di prospettive globali.
La Complessità
Una delle poche obiezioni sensate che è stata fatta a questo discorso riguarda la complessità. Si dice che ormai la realtà è complessa e che va affrontata per singoli problemi. E’ vero, questo è il compito della politica locale e quotidiana ma, se non abbiamo una visione d’insieme, rischiamo di dividerci sul nulla (Esempio: tra bonus famiglia e gli 80 euro per decreto non c’è molta differenza. Sono entrambi ripartizioni della ricchezza residuale e non riguardano il nuovo modello di sviluppo) Il NMS - che deve essere pensato dai partiti della sinistra, nonche’ incentivato e promosssso dagli Stati. Quando non da organismi sovranazionali ( Es. Questione ambientale).
Complessità di per se vuol dire che di fronte ad una scelta sono cosi tanti i fattori da prendere in considerazione e che le vie che si aprono non possono essere considerate totalmente giuste o totalmente sbagliate. Vuol dire che non ci troviamo più di fronte a un bivio, ma a un trivio, a un quadrivio ecc… come invece le vecchie ideologie tendevano a farci credere. Semplicare la realtà non è possibile, ma possiamo leggerla e fare le nostre scelte. Decodificare il linguaggio della realtà ed esercitare discernimento e libertà.
Condivido pienamente quanto è stato scritto in proposito su PANDORA e lo cito integralmente: “La partita qui si gioca non solo sul piano dell’efficacia linguistica, ma anche nel mettere la faccia di fronte alla gerarchia delle questioni e riuscire a costruire una propria narrativa, rispondendo alla sfida della narrazione della complessità, proponendo una visione comprensibile e di impatto. Questo è in primo luogo quanto chiede l'elettorato progressista del nostro Paese ed è da questa cruna che bisogna passare... Servirebbe, insomma, un lavoro egemonico… ” (Pandora n.8/9 pag 54 Intervista a Massimiliano Tarantino, direttore della fondazione Giangiacomo Feltrinelli).
Invece come ha reagito la sinistra?
Ha accettato, senza obiezioni, non solo la narrazione della complessità (dentro la quale è rimasta incartata) ma anche il crollo delle ideologie che ne era una premessa. Ma l’ideologia non è stata e non è una verità assoluta. E’ stata ed è una lettura più o meno adeguata di una realtà storica. Adesso c’è bisogno di una nuova lettura. Nuove categorie e nuove analisi.
Purtroppo o per fortuna la Storia non è finita e quella attuale non è una società liquida (Baumann). Questa è una società d’acciaio che sta schiacciando le speranze di progresso.
Si è parlato di neo-liberismo, ma non credo che l’attuale anarchia finanziaria governata dai cosiddetti mercati abbia più nulla del liberismo. E' una anarchia feudale finanziaria (qualcuno con un neologismo significativo lo chiama ordoliberismo) che sembra governata da un algoritmo che decide dove debbono andare i capitali per produrre il maggior profitto possibile. Una anarchia feudale finanziaria non più governata dagli umani, ma da meccanismi che non si fanno scrupolo di nulla: né di distruggere intere economie con un clic, né di dissanguare i bilanci statali attraverso i paradisi fiscali, né di trafficare in armi o droghe e nemmeno di uccidere con i sistemi più tradizionali. Si tratta di pochi centri di potere finanziario che ormai si sottraggono al controllo degli Stati e che stanno drenando il denaro in tutto il mondo. Tanto che persino le imprese e le banche devono sempre più essere sostenute da contributi statali, sottraendo così ancora risorse alla redistribuzione e al welfare.
Voglio provare a fare un elenco (per ora non abbastanza ragionato) di ciò che è cambiato a partire dall’ultimo decennio del secolo scorso:
  • L'informatizzazione e la meccanizzazione (robottizazione) relativa
  • La globalizzazione
  • Il quadro geo politico è totalmente cambiato per l'ingresso sul terreno economico e di potenza di calibri come la Cina, l'Indie e il Brasile
  • La mancanza di un sistema di equilibrio politico ha azzerato gli effetti benefici dell'equilibrio atomico
  • La finanziarizzazione del capitale
  • La delocalizzazione
  • La questione ambientale
  • La centralità della classe operaia e persino la centralità del lavoro
  • Il luogo dove nasce il surplus e quindi il profitto non è più la fabbrica radicata in un territorio
  • Alienazione e sfruttamento stanno trovando mille strade per farsi sempre più invasivi
  • La clase operaia e il lavoro in generale non sono più contrattuali
  • L'economia mondiale è in mano per almeno un terzo alla criminalità
  • Il terrorismo che sembra essere l'unica voce in grado di farsi sentire dal sud del mondo insieme alle migrazioni epocali e alla questione debografica

Insomma il vecchio mondo è crollato, le categorie con cui avevamo letto la realtà sociale, economica e politica non hanno retto di fronte alla mole dei cambiamenti che ci sono stati.
L’analisi di Marx, che ha retto per quasi tutto il novecento, si fondava sulla risposta ad alcune domande cruciali: “Quando ha cominciato a prodursi l’accumulazione del capitale che è alla base del sistema capitalistico industriale? Dove si forma il profitto? Come si produce? Chi lo produce e chi se ne appropria? Quale redistribuzione è possibile? Quale politica per far fronte a tanta iniquità?” Le risposte sono state varie, alcune hanno preceduto lo stesso Marx, come quelle del socialismo utopistico, altre come quella rivoluzionaria o riformista hanno dato frutti non disprezzabili per più di un secolo. L’ideologia è stata una feconda lettura di quel mondo. Ripeto feconda.
Oggi, di fronte ai cambiamenti elencati, la sinistra (non solo italiana) non solo non ha risposte, ma temo non si sia poste neanche le domande giuste. Ai cambiamenti in atto ha risposto con una sostanziale acquiescenza alle forze e ai pensieri emergenti , pensando tra l’altro che si trattasse del nemico di sempre. Da contrastare con le categorie di sempre. Forse ha pensato che quello in atto fosse il migliore dei mondi possibile.
Sicuramente la Sinistra ha reagito affidandosi al mito del "Nuovismo", come denuncia Marco Da Milano nel libro omonimo.
Forse ha pensato che quello che era finito era il mito del socialismo reale e dello statalismo, che indubbiamente con il crollo dell'URSS, avevano subito un colpo mortale, e ha cambiato il nome, ma non ha affrontato l'immane compito di ripensare il mondo a partire dal disordine mondiale e dagli altri mutamenti che a quello si sono intrecciati.
La guerra nella ex Jugoslavia fu la prima orribile conseguenza del crollo di un sistema che, nato a Yalta, ormai non era più in grado di garantire la pace. Era saltato l'ordine mondiale e cominciava quella che papa Francesco ha chiamato la guerra mondiale a pezzi e che, non a caso, si avvicinava sempre più all'Europa.
Permettetemi un ricordo personale: nel '91 mi recai con Citizen for peace nelle capitali della ex Jugoslavia e, a Belgrado, ci accolsero con una grande manifestazione al grido di "Europa, Europa". Allora capii, per la prima volta, l'importanza dell'Europa e del ruolo che avrebbe potuto svolgere nel contesto mondiale.
L'Europa, i diritti civili e il welfare sono state e sono le ultime difese della sinistra europea, ma non bastano più, anzi sono a rischio anch'essi di fronte alle difficoltà economiche e alla destra montante che i suddetti problemi, non governati, scatenano.
Anzi, paradossalmente, è Trump che ha capito la rilevanza delle contraddizioni scatenate dal crollo del sistema, dando loro delle risposte in chiave puramente reazionaria: tornando indietro. Di fronte alla delocalizzazione e al dumping che ne consegue, torna al protezionismo che non mancherà di scatenare la guerra doganale in prima battuta. Di fronte alle migrazioni epocali, minaccia costruzione di muri. Di fronte alla catastrofe ambientale, la nega semplicemente. Attacca l'Obama care e i diritti civili.... etc. Fa una politica di potenza, foriera di guerra, senza tenere conto che il crollo dell'URSS non ha prodotto l'unipolarismo americano, contestato di fatto e con molta maggiore lungimiranza, da paesi emergenti come la Cina, l’India, il Brasile, la Corea del Nord,ecc.
Inoltre tutta la politica estera trumpiana, la politica in medio oriente, il disimpegno finanziario nella Nato fanno pensare che l'Europa non sia più ai suoi occhi la punta avanzata del mondo occidentale, ma, ed è vero, un partner, come tanti altri meno costosi, che va cercando, con allettamenti o minacce, in giro per il mondo. Ma per fare questa operazione ha bisogno che l’Europa si sbricioli con la connivenza dei sovranisti, dei suprematisti bianchi e dei populismi. Il cavallo di Troia dentro la cittadella europea. Eliminando così un competitor molto pericoloso ( non dimentichiamo che l’Europa è la patria del welfare, della difesa dei livelli salariali e della prospettiva occupazionale) nella ridefinizione degli equilibri mondiali Questa è una politica che se in un primo momento potrebbe portare a una pax americana, alla lunga, non può che portare a una guerra generalizzata.
E la guerra che pavento è molto diversa dalle grandi guerre del passato. Non ci sono ambasciatori, non c’è ultimatum, non ci sono convenzioni di Ginevra, né Croce Rossa. Ci saranno sempre più pezzi di territorio sottratti al controllo dello Stato, sottoposti ai signori della guerra, e popolazioni civili massacrate in loco o profughe o migranti.
Romano Prodi nel suo libro "Il piano inclinato" fa un appello accorato per un comando unificato delle forze militari europee (riforma a costo zero che servirebbe a rafforzare l’identità europea), perché si rende conto che l'attacco è all'Europa in quanto ultimo baluardo dei diritti civili e del welfare come miglior frutto (ormai residuale) della concordia discors del sistema bipolare (di cui l'Europa ha, forse immeritatamente goduto, dal piano Marshall in poi) e dei robusti partiti comunisti europei.
Anche in Italia, le forze antisistema sembrano aver intuito che il sistema è crollato e reagiscono con alcune proposte di buon senso (moralizzazione, riduzione delle spese in primo luogo della politica) ed altre decisamente forcaiole (politica migratoria) e altre ancora che vanno ad intrecciarsi con il più becero liberismo (flat tax). Non solo, ma riconoscono che in questo momento i partiti non hanno risposte da dare agli ULTIMI e si lanciano in promesse che, per essere efficaci dovrebbero far saltare tutti i parametri di bilancio. LA DESTRA ormai egemonizzata dalla Lega (insieme ai suoi impresentabili alleati) rivela sempre più la sua natura regressiva e forcaiola. Tornare a un passato nazionalista, liberista (millantando che il liberismo esista ancora), razzista e disumano, fagocitando anche i 5 Stelle che, anche per la nostra insipienza, li hanno sdoganati.
La SINISTRA nel suo insieme, non solo continua a dividersi, ma sembra non avere risposte e neanche domande giuste.
Qui però diventa necessario fare una distinzione tra pensiero storico-politico e politica nel presente e in un determinato luogo del mondo.
Questa distinzione è essenziale perché ci consente di stare nella storia senza tradire il presente. Questo, ad esempio, ci consente di puntare all’unità della sinistra senza rinnegare nulla delle nostre analisi, sapendo che in questo momento storico una unità resistenziale fa premio su tutto, e che la prospettiva, se i fatti confermeranno l’analisi, è salva. Questo ci consentirebbe anche di uscire dalle divisioni insensate e dai personalismi che lacerano la sinistra, perchè?
Il compito della sinistra
Perché le varie posizioni che si vanno delineando fino alla rottura, in mancanza di una analisi unitaria e di una progettualità unitaria, anzi direi addirittura di un sistema valoriale unitario, finiscono per appiccicarsi ai singoli personaggi, titillandone i più bassi istinti e le più insensate ambizioni, scadendo appunto nel personalismo. Perché l’accettazione delle dinamiche impazzite degli spezzoni di sistema (dall’anarchia feudale finanziaria alla mancanza di un equilibrio mondiale – non necessariamente unipolare- impedisce alla sinistra di vedere il compito che ha davanti: prefigurare una alternativa di sistema (forse è il momento di ripensare l’ONU) darsi una visione del futuro prefigurare nuovi modelli di sviluppo che non hanno nulla a che vedere con le toppe a colore dei bonus e la difesa di un welfare residuale rispetto a dinamiche economiche che veleggiano per conto loro: che puntano esclusivamente sul profitto e si rendono subalterne alle logiche di mercato.
Forse anche parte della sinistra ha finito per condividere l’ineluttabilità di questo approdo. La sinistra ha lasciato andare alla deriva il movimento operaio. Certo perché non aveva più le categorie per difenderlo, Così come si è resa subalterna alle logiche del profitto e del mercato. Certamente IL profitto non può e non deve essere demonizzato, così come il mercato, ma il primato della politica sull’economia (altro assioma non condiviso nella sinistra) deve portarci a ripensare il mondo che vogliamo e che non può ormai prescindere dagli esiti catastrofici delle dinamiche attuali.
La mancanza di una sinistra all’altezza delle problematiche accennate, non può che portare ad una involuzione della società. Le società come tutti i corpi organici, se non possono crescere, si fermano, si corrompono, si degradano e muoiono. Cosi il corpo sociale, cosi il corpo elettorale. Così la sinistra. Così la destra. Questo è fin troppo evidente.


La sinistra come la destra sono categorie dello spirito, E come tali non possono finire. Può finire invece la loro incarnazione storica. Ma tende a rinascere. Soprattutto la sinistra in quanto linfa vitale del progresso, della giustizia sociale, della salvaguardia dell’umano e dell’ambiente troverà le risposte giuste. Prima o poi. Se lo fa troppo tardi, rischiamo di pagare prezzi inauditi.
La destra, nelle sue due figure di destra conservatrice e destra reazionaria, nasce dalla necessità di conservare l’esistente, ma nella prima non può durare in eterno perche la necessità di sviluppo positivo si ripresenta in continuazione, mentre nella seconda tende a trasformarsi in destra eversiva razzista e forcaiola, così carica di contraddizioni che difficilmente sfugge al rischio di guerra. Anzi….
Il PD, che pure non ha demeritato, anche se quasi fuori tempo massimo e solo in occasione delle recenti elezioni ha capito che cosa era in gioco nello scacchiere mondiale e, con la politica dei bonus, ha tacitato la sua cattiva coscienza nei confronti dei lavoratori e degli ultimi. Denunciando cosi la propria mancanza di alternativa di sistema.
Leu, che condivide con il PD la stessa mancanza, oltre ad aver capito, fuori tempo massimo, che l'unità della sinistra era ormai l'ultimo baluardo di fronte alla destra dilagante, crede di poter tornare a vecchie logiche di lotta di classe, come se i padroni e il capitale fossero ancora quelli di quella volta.
Potere al popolo fa testimonianza.
Insomma le forze di sistema (Pd e Forza Italia) pagano prezzo per non avere alternative di sistema.
Lega e 5 stelle hanno incassato il frutto del loro essere anti sistema con una dose di pericoloso avventurismo. Anzi i 5S ormai dentro il meccanismo della politica e del governo, non possono che perdere a favore della Lega che, saltato il fosso delle regole democratiche, si è avventurata in una deriva che non possiamo non chiamare fascista.
E la Meloni aspetta il momento di presentare il suo conto in termini anti democratici e reazionari.
L’attacco è all’Europa, ai diritti, al wellfare e non ultimo ai salari, bassissimi in tante parti del mondo e ormai ridotto a livelli minimi, cioè al di sotto dei livelli minimi di sopravvivenza in molti settori europei.
Chi non ce la fa’ ad arrivare a fine mese denuncia che ormai siamo al di fuori della legge bronzea dei salari, che già gli economisti ottocenteschi consideravano invalicabile per il sistema capitalistico di allora.
La paura per la sorte dei figli o dei nipoti è anche questa, Non solo il blocco dell’ascensore sociale che, comunque, è a questo collegato
Per concludere, penso che da questa crisi epocale o di sistema se ne possa uscire solo individuando i meccanismi di accumulazione e soprattutto come intaccarli e quali soggetti storici ne hanno le chiavi. E una volta trovata la risposta a queste domande bisogna avere un progetto. Se la Sinistra vuole avere ancora una parola da dire ai lavoratori e agli ultimi deve porsi queste domande e cominciare a dare delle risposte. Sapendo che la sua forza è ormai imprescindibile dall'Europa e che l'analisi ormai coinvolge il mondo intero. Penso, per dare una nota di ottimismo che la sinistra unita potrebbe ancora fare da baluardo alle spinte antidemocratiche e populiste e che non dobbiamo dare per perso quanto nei 5 stelle può giocare ancora a nostro favore e che anzi dovremmo fare di tutto per tenerli nel quadro costituzionale. Dovremmo approfittare di questo periodo per indurre una riflessione profonda facendo appello agli intellettuali (Stefano, a suo modo, ci aveva provato). Certo dovremmo anche tornare nelle borgate e tra la gente, ma se avremo qualcosa da dirgli e da dargli: la speranza.
Il vento in poppa
Certo il vento in poppa ce l’ha la destra perché a loro basta conservare (conservatori) o regredire (reazionari) rispetto all’esistente, nulla di nuovo da inventare. E’ la SINISTRA che dovrebbe proporre e fare la fatica di inserire inediti elementi di novità nella storia umana. Mago Merlino usciva sfinito dalla MAGIA DEL FARE, dopo la quale dormiva per cento anni (film Excalibur).
Ma come dice Michele Serra: se troviamo come si formano e dove stanno gli immensi profitti di Amazoon, ricomincia la lotta di classe e ricomincia la storia.
Roma, 31 ottobre 2019
Antonietta Moretti Tel. 3384294382

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