Che cosa ho imparato da...
2020-01-30 ricerca
Che cosa ho imparato da:
Sardine
Innanzitutto ho imparato che nel paese/ mondo c’è un gran numero di persone che, con Simone, potrebbero dire “non me sta bene che no”, forse la maggioranza. O per dirla con Montale “questo solo oggi possiamo dirvi, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.
Ho imparato che nel paese c’è uno spazio di difesa della democrazia, delle regole e persino delle buone maniere, a fronte delle tentazioni fasciste, dittatoriali e della brutalità delle relazioni personali e politiche.
Ho imparato che in questo paese c’è tanta gente che ha a cuore i giovani e che ci sono tanti giovani che conoscono la storia e non liquidano la generazione precedente e la storia precedente come quella dei boomers.
Ho imparato che tutto ciò può fare movimento, può porre domande pertinenti, ma se non ha una sponda politica sufficiente, cioè se non c’è una risposta alla domanda giusta e in primo luogo individuazione degli interessi da difendere, anche l’azione delle Sardine può diventare “doleances” oppure una difesa della costituzione e dell’esistente.
Cinque stelle
Il desiderio di onestà e di poter essere onesti.
Che la politica è complessa e non si può affrontare con conati populisti. Che il semplice desiderio di onestà, blocca persino la burocrazia (vedi Virginia Raggi e la metropolitana oppure l’ama a Roma).
Che il semplice desiderio di fare pulizia delle vecchie dinamiche o di fare giustizia con atti volontaristici è destinato al fallimento, perché le vecchie dinamiche (spezzoni di sistema o anarchia feudale finanziaria) sono sempre più forti e sembrano non intaccabili.
Che la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni ovvero che il Movimento 5 stelle è l’anticamera di una destra fascista, perché più forte è la rabbia per le ingiustizie e la corruzione, più forte diventa la tentazione dell’uomo forte.
Vittoria in Emilia Romagna
Il buon governo sicuramente ha pagato in ER, in Piemonte ,no. Il rischio è che la sinistra pensi che sia quello il problema e si chiuda nella ricerca della buona amministrazione, restando contemporaneamente incastrata nei legacci della burocrazia, della corruzione e della mancanza di un sostegno popolare che invece in ER c’è stato. E come!
Renzi e Calenda
Giusto difendere le proprie idee (Renzi forse ha anche ragione quando dice che non si può sfiduciare autostrade o che la prescrizione da sola gioca un pessimo ruolo) ma non fino a rompere con il patto di governo. Così calenda con la sua proposta di ripartire con le grandi opere. Ma con ciò restiamo dentro un sostanziale conservatorismo.
Pd
Che se non va con Virginia Raggi per far entrare gli assegnatari di alloggi popolari nelle loro case, perde l’anima e il rapporto con le periferie.
Che se non difende i migranti con posizioni ben chiare, manomette anche il sistema valoriale che fino ad ora ha continuato a portargli i voti della gente per bene, abbastanza colta e che non fatica ad arrivare a fine mese.
Che non può e non deve crogiolarsi sui risultati in ER, veicolando così l’idea che basti un buon governo , una burocrazia efficiente e una ricchezza diffusa per salvaguardare la propria esistenza.
Che non può pensare che i problemi squadernati dalla “avanzata di una destra mondiale” si possano risolvere con una redistribuzione del surplus fiscale, in un paese stremato da stagnazione economica, da una burocrazia incapace e inefficiente.
Che non può più rinviare la individuazione di un nuovo progetto di sviluppo che non si lasci stritolare dall’ingranaggio:
Ripresa economica
Aiuti alle imprese
Bassi salari
Debito pubblico
Riduzione del wellfare
Finanza internazionale
Acquiescenza totale
Conservazione
Innanzitutto occorre:
Avere ben presente da che parte stare (sia per gli italiani che per i migranti)
Progettare un modello di sviluppo che parta dai bisogni e non dalle attuali compatibilità
Battersi a livello nazionale, europeo e mondiale per portare avanti queste progettualità
Non aspettare che una qualche altra pandemia ci ricordi quale è il livello dei problemi.
Non aspettare un’altra catastrofe climatica
Non aspettare altri femminicidi per mettere al centro la questione femminile e il lavoro di cura
Non aspettare che i vecchi arrivino ad essere più del 50% per pensare un welfare adeguato
Non aspettare che “la meglio gioventù” se ne vada tutta all’estero, per incentivare la ricerca e l’innovazione.
Non essere timidi nel ripensare lo statalismo economico, né nell’individuare i gruppi e le classi sociali che possono sostenere un simile progetto.
Se le regole o gli usi internazionali non consentono una via d’uscita di questo tipo, cominciare a denunciare le storture internazionali.
Altrimenti non possiamo che essere acquiescenti all’esistente e arrabattarci come si può, ma saremo, come siamo oggi, un buon partito conservatore, migliore dei fascisti, ma non in grado di mobilitare il paese e di riprendere la lunga marcia.
Che se si hanno buoni progetti e buone idee non bisogna aver paura di mediare. Anche molto.
Corona virus
Mi sembra ormai evidente che il livello dei problemi sia globale e che solo esplicitando questa evidenza, possiamo combattere ogni sovranismo, ma anche ogni populismo inteso come non necessità di una forza egemonica. La mancanza di una forza egemonica della sinistra non può che lasciare spazio ad un egemonia, in questo momento, nordamericana.
La sinistra
Uno spazio per la sinistra c’è e le sardine in Italia lo hanno dimostrato. Persino in America i voti di Ilary sono stati superiori a quelli di Trump. Quello che manca, lo so che mi ripeto, è il progetto.
I fondamentali
La storia si sviluppa per lotta di classe?
Quale classe? Quali forze sociali?
Chi produce il surplus?
Possiamo ancora dire che è la classe operaia?
Il mondo e’ ricco.
Dove e come si accumulano i capitali?
Come costringere i paperoni a condividere le loro immense ricchezze?
Non siamo di sinistra perche’ siamo buoni, siamo di sinistra se sapremo rispondere a queste domande e, visto che i problemi sono globali (non solo i virus o la questione climatica), dobbiamo pensare a un governo globale di alcune problematiche.
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