Notarelle alla domanda giusta
2019-06-05 A mio avviso…
Ovvero come la penso
rispetto a un po’ di cose relative a “La
domanda giusta”
Innanzitutto debbo dire che La domanda giusta non ha
ottenuto nessuna accoglienza negli ambiti che credevo avrebbero potuto essere interessati:
Direzione PD ….. Quello che mi colpisce
di più è che non lo hanno degnato di un
riscontro …… Ma questa non vuole essere una lamentala personale bensì il
riconoscimento di una evidenza politica.
L’ANALISI
E qui debbo fare una prima autocritica. Ho chiamato il mio scritto “La domanda giusta”
mentre in realtà era una analisi della situazione storico-politica a livello
mondiale che ha trovato invece molte assonanze a questo stesso livello (Prodi,
La grande regressione, Pandora, Rocca, Limes, Cacciari, Ciotti, Monti,
Marco Damilano e l’Espresso, il Papa sul
piano etico e di qualche supplenza politica, e qualche politico qua e là che non ne ha tratto le conseguenze ……)
IL SISTEMA
Seconda autocritica: Ho dato per scontato che tutti
sapessero cos’è il SISTEMA e perché è NECESSARIO a livello dei rapporti di forza e di equilibrio mondiale
militare, politico e valoriale, pena lo scadimento e la degenerazione delle
relazioni tra Stati , dentro le varie società, nelle relazioni tra i vari
interessi e valori che questi esprimono. Il SISTEMA di cui parlo( dalla pax
romana al Sistema bipolare uscito dalla seconda guerra mondiale) è un sistema
in grado di garantire la pace e l’ordinato svolgimento delle dinamiche interne
ai vari stati e agli stati tra loro. In assenza di un sistema e anche e
soprattutto di una prospettiva di sistema si scatenano e si sono scatenati
tutti i particolarismi possibili: guerre doganali, ingerenze intollerabili
nella vita di altri stati,attacco all’Europa come ultimo baluardo dei diritti e
del welfare, sovranismi, populismi,
razzismi ecc. fino ad arrivare all’invito di Trump ad uscire dalla UE senza
concordare le regole. E purtropp non ultimo la pericolosissima vicenda
turco-curdo-siriana.
Ovviamente il SISTEMA di per sé può non essere positivo,
anzi addirittura può essere foriero di grandi iniquità. Il sistema bipolare, in
cui un polo era costituito dal primo Stato proletario della storia (anch’esso
ricco di limiti e di contraddizioni) ha consentito ha vaste aree del mondo uno
sviluppo progressivo…. Vedi l’Europa, etc…
IL SISTEMA BIPOLARE NON ESISTE PIU’
non esiste più e
….. come diceva Vania Chiurlotto, grande direttrice di NOI DONNE: non possiamo
continuare a fare le staffette partigiane, se la guerra è finita.
Purtroppo le autocritiche non servono. I fatti si sono
incaricati e si stanno sempre più incaricando di confermare quell’analisi. E
non basta dire che la realtà è complessa per coprire la mancanza di prospettive
e la sostanziale acquiescenza allo stato di fatto, per coprire le insufficienze
della sinistra.
Se la realtà è complessa bisogna trovare risposte
complesse. Non si può più far finta che non sia successo niente e credere che
sia possibile gestire l’esistente, in assenza di prospettive globali.
Ma anche a tutto ciò vanno fatte delle premesse. A mio
avviso….
DISTINZIONE TRA PENSIERO STORICO-P0LITICO E POLITICA NEL PRESENTE E NEL QUOTIDIANO
Questa distinzione è essenziale perché ci consente di
stare nella storia senza tradire il presente. Questo, ad esempio, ci consente di puntare all’unità della
sinistra senza rinnegare nulla delle nostre analisi, sapendo che in questo
momento storico una unità resistenziale fa premio su tutto, e che la
prospettiva, se i fatti confermeranno l’analisi, è salva. Questo ci
consentirebbe anche di uscire dalle divisioni insensate e dai personalismi che
lacerano la SINISTRA, PERCHE’?
IL COMPITO DELLA SINISTRA
Perché le varie posizioni che si vanno delineando fino
alla rottura, in mancanza di una analisi unitaria e di una progettualità
unitaria, anzi direi addirittura di un sistema valoriale unitario, finiscono
per appiccicarsi ai singoli personaggi, titillandone i più bassi istinti e le
più insensate ambizioni, scadendo appunto nel personalismo. Perché
l’accettazione delle dinamiche impazzite degli spezzoni di sistema (dall’anarchia
feudale finanziaria alla mancanza di una leadership mondiale – non
necessariamente unipolare) impedisce alla sinistra di vedere il compito che ha
davanti: PREFIGURARE UNA ALTERNATIVA DI SISTEMA E “SOGNARE” NUOVI MODELLI
SVILUPPO che non hanno nulla a che vedere con le toppe a colore dei bonus e la
difesa di un welfare residuale rispetto a dinamiche economiche che veleggiano
per conto loro: che puntano esclusivamente sul profitto e per fare questo
debbono attaccare i livelli salariali soprattutto europei
Forse anche parte della sinistra ha finito per
condividere l’ineluttabilità di questo approdo, soprattutto dopo la fine
dell’unione sovietica e dello statalismo ad essa collegato. IL PROFITTO non può
e non deve essere demonizzato, cosi come il MERCATO, ma il primato della politica sull’economia
(altro assioma non condiviso nella sinistra) deve portarci a ripensare il mondo
che vogliamo e che non può ormai prescindere dagli esiti catastrofici delle
dinamiche attuali.
DEMOCRAZIA TRA PARTECIPAZIONE E CONSENSO
Un errore condiviso anche con i 5stelle è quello della
democrazia come partecipazione, cosa possibile nei piccoli numeri ma non nelle
grandi realtà numeriche che richiedono mediazione e quindi consenso.
LE SOCIETA’ INVOLVONO
Le società come tutti i corpi organici, se non possono
crescere, si fermano, si corrompono, si degradano e muoiono. Cosi il corpo
sociale, cosi il corpo elettorale. Così la sinistra. Così la destra. Questo è
fin troppo evidente.
SINISTRA, DESTRA, CONSERVAZIONE E REAZIONE
La sinistra come la destra sono categorie dello spirito,
E come tali non possono finire. Può finire invece la loro incarnazione storica.
Ma tende a rinascere. Soprattutto la sinistra in quanto linfa vitale del
progresso, della giustizia sociale, della salvaguardia dell’umano e del creato
troverà le risposte giuste. Prima o poi. Se lo fa troppo tardi, rischiamo di
pagare prezzi inauditi.
La destra, nelle sue due figure di destra conservatrice e
destra reazionaria, nasce dalla necessità di conservare l’esistente, ma nella
prima non può durare in eterno perche la necessità di sviluppo positivo si
ripresenta in continuazione, mentre nella seconda tende a trasformarsi in destra eversiva razzista e forcaiola, così
carica di contraddizioni che difficilmente sfugge al rischio di guerra. Anzi….
LA GUERRA
La guerra che pavento è molto diversa dalle grandi guerre
del passato. Non ci sono ambasciatori, non c’è
ultimatum, non ci sono convenzioni di Ginevra, né Croce Rossa. Ci
saranno sempre più pezzi di territorio sottratti al controllo dello Stato,
sottoposti ai signori della guerra, e popolazioni civili massacrate in loco o
profughe o migranti.
L’IDEOLOGIA
L’ideologia non è stata e non è una verità assoluta (non
per nulla la Trimestrale distingueva tra materialismo storico e materialismo
dialettico) è una lettura più o meno adeguata di una realtà storica. Adesso c’è
bisogno di una nuova lettura. Nuove categorie e nuove analisi.
LA COMPLESSITA’
Una delle poche obiezioni sensate che è stata fatta a
questo discorso riguarda la complessità.
Si dice che ormai la realtà è complessa e che va affrontata per singoli
problemi. E’ vero, questo è il compito della politica locale e quotidiana MA,
se non abbiamo una visione d’insieme, rischiamo di dividerci sul nulla
(Esempio: tra bonus famiglia e gli 80 euro per decreto non c’è molta
differenza. Sono entrambi ripartizioni della ricchezza residuale e non
riguardano il nuovo modello di sviluppo – NMS - che deve essere PENSATO NONCHE’
INCENTIVATO E PROMOSSSSO DAGLI STATI).
Complessità di per se vuol dire che di fronte ad una
scelta sono cosi tanti i fattori da prendere in considerazione e che le vie che
si aprono non possono essere considerate totalmente giuste o totalmente
sbagliate. Vuol dire che non ci troviamo più di fronte a un bivio, ma a un
trivio, a un quadrivio ecc… come invece le vecchie ideologie tendevano a farci
credere. Semplicare la realtà non è possibile, ma possiamo leggerla e fare le
nostre scelte. Decodificare il linguaggio della realtà ed esercitare
discernimento e libertà.
Condivido pienamente quanto è stato scritto in proposito
su PANDORA e lo cito integralmente: “La partita qui si gioca non solo sul piano
dell’efficacia linguistica, ma anche nel mettere la faccia di fronte alla
gerarchia delle questioni e riuscire a costruire una propria narrativa,
rispondendo alla sfida della narrazione della complessità, proponendo una
visione comprensibile e di impatto. QUESTO E’ IN PRIMO LUOGO QUANTO CHIEDE
L’ELETTORATO PROGRESSISTA DEL NOSTRO PAESE ED E’ DA QUESTA CRUNA CHE BISOGNA
PASSARE…..Servirebbe, insomma, un lavoro egemonico… ” (Pandora n.8/9 pag 54
Intervista a Massimiliano Tarantino, direttore della fondazione Giangiacomo
Feltrinelli).
LE GRANDI MIGRAZIONI
Le grandi migrazioni ci sono sempre state nella storia.
Pensiamo a quelle che che ci ostiniamo a
chiamare invasioni barbariche che in realtà erano spostamenti di tribu’
prevalentemente germaniche che l’impero romano, in un primo momento cercò di
accogliere con il regime dell’hospitalitas, concedendo in uso un terzo delle
terre e dei beni di confine (piuttosto insicure) e che poi hanno prodotto
generali e imperatori barbarici, nonché i regni
romano barbarici e le cattedrali gotiche e romaniche. Oppure pensiamo ai Normanni o gli
Arabi in Sicilia e alle loro splendide civiltà, Ricordiamo Federico II, lo
stupor mundis, che seppe raccogliere il meglio di quelle “invasioni”. Noi
continuiamo a crederci gli eredi dei greci e dei latini, quando nelle nostre
vene scorre forse altrettanto sangue longobardo o dei saraceni (anzi penso che
il cognome Moretti derivi dai Mori).
Pensiamo alle
migrazioni che hanno popolato le Americhe. Agli inizi del ‘900, solo
dall’Italia, partivano circa 600 mila lavoratori all’anno di cui c’è una
cospicua narrazione canora: “partono bastimenti, pe’ terre assai lontane,
cantano a bordo so napulitane”, o “mamma mia dammi cento lire che in America
voglio andar..”
Pensiamo a Marcinelle….
Insomma le grandi migrazioni ci sono sempre state e sono
travasi di popolazioni dai luoghi di disperazione verso luoghi della speranza.
Non le fermiamo. Possiamo però cercare di gestirle in modo umano e anche
vantaggioso e preveggente. Altrimenti il prezzo da pagare può essere molto
alto… anzi altissimo. Durante la guerra goto-bizantina, nella civilissima
Italia, ridotta alla fame, si verificarono casi di cannibalismo.
LA TEORIA DEI BISOGNI E IL LAVORO
Il lavoro, il fare degli umani, da sempre è collegato
alla soddisfazione dei bisogni. Bisogni
ovviamente di tutti i tipi. Materiali, procreativi, artistici, spirituali, ma
anche di difesa di cose meno nobili come il potere, il possesso o, per dirlo in
termini più moderni, il consumo o l’affermazione di uno status simbol.
L’edonismo reganiano degli anni 80/90 del secolo scorso è
stato il punto più alto di un consumismo contro cui La SINISTRA aveva da sempre
coltivato una giusta diffidenza. Insieme al crollo dello statalismo sovietico
che puntando sull’industria pesante aveva di fatto negato che nel consumismo si
nascondessero bisogni reali, hanno
disvelato un aspetto democratico del consumo che non aveva nulla a che vedere
con il consumismo indotto per favorire produzioni e profitti pur che siano.
Hanno svelato, tra l’altro in una logica evoluzionista,
che l’essere umano è un essere dai BISOGNI CRESCENTI.
Quindi come può finire il lavoro se i bisogni crescono?
Perché la grande paura che la rivoluzione tecnologica possa trascinare con sé
il lavoro creando così sacche enormi di disoccupazione? Pensiamo alle nuove
professioni che si aprono in campo tecnologico o ai raccoglitori di pomodori e
alle badanti O AD UN Piano Marshall per l’Africa. IL LAVORO ci sarebbe. Quello
che manca è un sistema che oltre a partire dalla soddisfazione dei bisogni,
renda questa soddisfazione accessibile a tutti. Cosa che a livello economico si
chiama REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO E RIDUZIONE DELLE DISEGUAGLIANZE. Pensiamo
ai cambiamenti climatici e al lavoro che richiederebbero per essere almeno
contenuti.
Quello che manca è una proposta della sinistra mondiale.
Anzi manca una analisi della situazione mondiale, mancano le categorie per
pensarla, prima ancora delle soluzioni.
Penso che LA SINISTRA PARTITICA dovrebbe iniziare una riflessione,
magari di tipo congressuale, a partire dalle sconfitte subite un po’ in tutto
il mondo, delle cui conseguenze abbiamo avuto un assaggio nel recente periodo
salviniano. Periodo preceduto o accompagnato dalla Brexit, dalla vittoria di
Trump, dalla grande paura per l’Europa, dalle stragi di migranti, dalla più
recente crisi turco-curdo- siriana (che rinnova l’attacco all’Europa e rende
sempre più vicino il pericolo di guerra) o dall’attacco antisemita alla
sinagoga di Amburgo.
L’attacco è all’Europa, ai diritti, al wellfafe e non
ultimo ai salari, bassissimi in tante parti del mondo e ormai ridotto a livelli
minimi, cioè al di sotto dei livelli minimi di sopravvivenza in molti settori
europei.
Chi non ce la fa’ ad arrivare a fine mese denuncia che
ormai siamo al di fuori della LEGGE BRONZEA DEI SALARI, che già gli economisti
ottocenteschi consideravano invalicabile per il sistema capitalistico di allora.
La paura per la sorte dei figli o dei nipoti è anche
questa, Non solo il blocco dell’ascensore sociale che, comunque, è a questo
collegato.
IL VENTO IN POPPA
Il vento in poppa ce l’ha la destra perché a loro basta
conservare (conservatori) o regredire (reazionari) rispetto all’esistente,
nulla di nuovo da inventare. E’ la
SINISTRA che dovrebbe proporre e fare la fatiche di inserire inediti elementi
di novità nella storia umana. Mago Merlino usciva sfinito dalla MAGIA DEL FARE,
dopo la quale dormiva per cento anni (film Excalibur)
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