La carica dei riapriristi, in nome dei padroni
Left
Raul Mordenti
3 Maggio 2020
Riaprire, riaprire subito, riaprire tutto; la produzione, anzi il profitto, non si tocca, e al dio profitto si può sacrificare la vita umana; dunque chissenefrega – dicono i riapriristi – se questo riaprire costerà la vita a qualche decina di migliaia di persone
In vista della fase 2 si è scatenato l’impressionante volume di fuoco mediatico di cui i poteri capitalistici sono capaci, per non parlare del web, ormai terreno di scorrerie della “bestia” salvin-meloniana (con i consigli, e i soldi, di Bannon). Tutta intera la stampa confindustriale si è scatenata, dal “giornalone unico” degli Agnelli, Repu-Stam-Corsera, ai feroci giornali dei Feltri, dei Sallusti e dei Belpietro, e, naturalmente, tutta compatta la Tv, da quelle berlusconiane a quella di Cairo, passando per la Rai opportunamente lottizzata fra Pd e Lega. Né poteva mancare all’appello la Conferenza episcopale. In nome dei sacri princìpi della libertà (guarda tu dove si vanno a cacciare i sacri princìpi!) ha voluto adornare il corteo padronale dei riapriristi anche un filosofo, amplificato con opportune interviste da giornali come La Verità e da trasmissioni come Zapping che – francamente – coi sacri princìpi della libertà non hanno mai avuto nulla da spartire. (continua a leggere)
Dare i soldi direttamente allo Stato e ai cittadini di per sé non prefigura cambiamenti nel modello di sviluppo, ma semplicemente una ripresa dei consumi, come vorrebbe confcommercio (salvo poi chiudere lo stesso perché il sistema distributivo è vecchio e inefficiente). A me piace un MES condizionato esclusivamente all'implementazione della sanità..
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